di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Non si sono ancora sopiti gli echi della vittoria del centro destra in Umbria, e già oggi sul fronte dell’immigrazione si sta svelando l’ennesimo bluff del Governo giallorosso che, per la Ocean Viking nave norvegese di Ong francese con 104 migranti salvati il 18 ottobre scorso, ferma nel tratto di mare fra Libia e Italia, si è guadagnato un’invettiva abbastanza velenosa dallo scrittore Roberto Saviano («Il silenzio del governo dei buoni a nulla è più intollerabile dell’attenzione becera di Salvini»). Tutto ciò e altro ancora che dovrà arrivare, ivi comprese le prossime elezioni amministrative, sono acqua per il mulino del centro destra che, dalla caduta del primo Governo Conte, ha ripreso a girare e con quali risultati è ormai sotto gli occhi di tutti. Le pagine dei quotidiani di oggi sono piene soprattutto di analisi sulle cause e sulle improbabili vie d’uscita dalla débacle dell’alleanza M5s-Pd secondo alcuni inaspettata, in particolare nei numeri con i quali si è manifestata, ma nella sostanza del tutto prevedibile. La sostanza è che gli italiani sono stanchi delle operazioni di Palazzo, quelle stesse che hanno dato vita al Governo giallorosso, e di chi si accontenta di gestire il potere piuttosto che attraverso il potere di risolvere i problemi del Paese con una ben chiara e precisa visione. Proprio esattamente ciò che manca all’ibrido più imprevedibile della storia italiana che in questo momento governa a Palazzo Chigi, il quale, pur costituzionalmente corretto, non riesce a convincere più nessuno.

È questo un evidente vantaggio sul quale, tuttavia, il centro destra non si deve adagiare. Stando all’opposizione e soprattutto (al momento) non legati ai diktat di un’Unione europea sempre vigile e occhiuta, si può ragionare chiedendosi quale futuro immaginare per l’Italia e per la coalizione. Bisogna arrivare pronti all’appuntamento elettorale, forse più vicino e probabile di quanto si potesse intuire solo un mese fa e demarcare ancora di più la linea di confine che separa i partiti e le politiche del centro destra da quelle del cosiddetto centro sinistra o di ciò che di esso è rimasto o ne rimarrà. Se dai giornali emerge evidente la tentazione, anche nel centro destra, di rivendicare ragioni e torti subiti, anche se qualche partito rischia di essere “inglobato” da quelli più grandi, occorre trovare al più presto un accordo sul sistema elettorale, maggioritario o proporzionale, e così anche un nuovo modello economico, nel quale la leva fiscale sia prioritaria per far tornare l’Italia a crescere e il ceto medio a respirare, che possa portare l’Italia finalmente a crescere.

Bisogna contrapporre alla politica dei bluff e degli inciuci, delle manovre di Palazzo e delle poltrone, una vera visione per il bene del Paese e di tutti coloro che in un modo o nell’altro, dei diritti e delle sostanze, degli interessi e delle aspettative di un futuro migliore sono stati derubati da decenni di politiche scellerate e tutte di cosiddetto centro sinistra.