La differenza di stipendio durante tutta la vita professionale finisce per penalizzare in maniera sensibile le donne anche al momento del pensionamento. Se il gap stipendiale è complesso da calcolare (si ricorda, peraltro, che in passato Eurostat aveva involontariamente contribuito a diffondere una errata percezione del fenomeno, pubblicando una tabella sbagliata, tabella che poi ha continuato a circolare per parecchio tempo nel web), il dato sulle pensioni è certificato dall’Inps. Complice pure la ridotta partecipazione al lavoro, le donne, pur essendo la maggioranza fra i percettori (52,2%), fruiscono di importi medi inferiori del 28% rispetto agli uomini.