I numeri sul reddito di cittadinanza, mano a mano che arrivano, confermano pregi e limiti dello strumento introdotto ad inizio anno ed entrato in vigore a marzo. Così, mentre la ministra del lavoro Nunzia Catalfo firma il decreto che permetterà ai beneficiari di essere impiegati in lavori di pubblica utilità per le comunità locali, l’Inps comunica i dati sul monitoraggio a sei mesi. Le domande presentate sono state oltre 1,5 milioni, quelle già accolte 982mila, vale a dire oltre il 64%. Altre 125mila domande sono in lavorazione, mentre 414mila sono state respinte. A conti fatti, il reddito di cittadinanza ha già quasi doppiato il reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni per numero di beneficiari e per importi medi erogati, 482 euro contro 293 euro. A fine anno, ci sarà anche un risparmio per le casse dello Stato, quasi 2 miliardi in meno rispetto al preventivato, soldi che potrebbero andare a rafforzare i centri per l’impiego, visto che la fase 2, quella della attivazione e del lavoro, è fortemente in ritardo. Cosa peraltro scontata, considerando la carenza di personale e di strumenti dei centri per l’impiego.