Senza usare le frasi ad effetto tipiche di un ex segretario di partito, conosciuto anche per avere lanciato le lenzuolate sul versante delle liberalizzazioni, è evidente a tutti che abbiamo un grosso problema in Italia con il sistema degli ammortizzatori sociali. Sono i numeri a confermarlo. Cresce la cassa integrazione ordinaria a settembre, con un incremento del 45,2% rispetto al mese precedente e di poco meno del 3% nel confronto con lo stesso mese dello scorso anno, soprattutto per effetto dell’aumento che si è registrato nell’industria. Ma è soprattutto la cassa integrazione straordinaria a fare un doppio balzo, assolutamente fuori controllo. Da qualsiasi parte la si voglia leggere, i numeri sono da brividi. Rispetto a settembre 2018, la crescita è del 99,2%; diventa del 359% su base mensile. È vero che agosto è solitamente un mese di transizione, ma è pur vero che siamo davanti a numeri percentuali con pochi precedenti nella storia. Stando così le cose, si guarda con estrema preoccupazione a cosa accadrà nei prossimi mesi, considerando le quasi 160 vertenze aperte al ministero dello sviluppo economico e i vincoli derivanti dalle modifiche introdotto dal Jobs act, con il passaggio dal quinquennio fisso a quello mobile, che, nei fatti, riduce i margini di movimento nella gestione delle crisi, il superamento della mobilità per la Naspi e l’obbligatorietà degli accordi di solidarietà.