di Francesco Paolo Capone

Segretario Generale Ugl

Se c’è qualcosa della sinistra da cui prendere esempio è la capacità di fare rete, sempre e comunque. Una rete di relazioni che va oltre il puro e semplice mondo della politica e abbraccia anche quello del giornalismo, della letteratura, dell’arte, dello spettacolo, in una parola della cultura. Una capacità che spesso invece alla destra manca ed è mancata. Non che non ci siano figure interessanti di intellettuali dalla “nostra” parte, anzi, ce ne sono, eccome, e ulteriormente raffinate e rafforzate dall’essere sempre controcorrente, dall’incontrare difficoltà infinitamente maggiori rispetto a quelle dei colleghi progressisti nell’affermarsi ed essere riconosciute. Per questo il mainstream ha facile gioco nel descrivere la destra come illetterata: ponendo ai margini anche i più valenti fra gli esponenti del mondo culturale conservatore o sovranista, si fa finta che essi non esistano per costruire l’immagine artefatta di un ambiente rozzo e privo di idee. L’Ugl, espressione di quella parte del mondo del lavoro e della società civile che si rifà a determinati valori, anche in questo vuole fare la sua parte. Ci siamo definiti “la casa sociale degli italiani”, di coloro che come noi, oltre le appartenenze partitiche, credano nei principi dell’identità nazionale e della giustizia sociale. Compresi quegli artisti e quegli intellettuali spesso emarginati proprio perché alternativi al coro uniforme del “politicamente corretto”. Per questo vogliamo aprire le porte della Confederazione, rendendola un luogo di incontro e confronto dove ospitare le figure più valide e interessanti della cultura “alternativa”. Lo abbiamo fatto, ad esempio, qualche giorno fa, invitando nella nostra sede Mario Vattani, diplomatico, musicista e scrittore, che recentemente ha dato alle stampe il suo nuovo romanzo, Al Tayar, ambientato nel mondo arabo. Come sempre, privato e politico si intrecciano e, così come siamo abituati a riconoscere spesso e malvolentieri precise visioni del mondo nella letteratura più sponsorizzata dai media, allo stesso modo, anche qui dagli specifici eventi che costituiscono la trama del noir si dipanano considerazioni più generali su temi importanti, come il rapporto politico e culturale tra le due sponde del Mediterraneo e la questione migratoria. Questo bel romanzo, del quale abbiamo avuto il piacere di parlare nella nostra sede, non è certo una mosca bianca, ma una delle tante pregevoli espressioni artistiche e intellettuali provenienti dal nostro mondo, che vanno conosciute, diffuse e promosse. Per questo la nostra non è stata certo un’iniziativa singola ed estemporanea, ma frutto di una precisa scelta che abbiamo intenzione di replicare. A vantaggio di tutti, non solo di chi condivide con noi un comune sentire, ma, riteniamo, ad accrescimento del dibattito politico e culturale dell’intero Paese.