Il conto rimane decisamente salato, anche al netto della vicenda Whirlpool, rispetto alla quale continuano a rincorrersi voci molto discordanti sul futuro dello stabilimento di Napoli, anche se, ad oggi, l’opzione più probabile rimane quella della cessione del sito con una riconversione della produzione. Al ministero dello sviluppo economico sono circa 160 le vertenze aperte, con, si stima, quasi 300mila lavoratori coinvolti fra diretti ed indotto. Un numero enorme, che, peraltro, non esaurisce il fronte del lavoro a rischio, in quanto non tutte le chiusure di azienda approdano al dicastero di via Veneto, ma soltanto quelle che hanno una ricaduta importante in termini di diffusione sul territorio nazionale o per numero di dipendenti coinvolti. Ad oggi le situazioni più critiche riguardano Alitalia, Blutec, la ex Ilva, Mercatone Uno, la Ferriera di Trieste, senza dimenticare le ricadute derivanti dal passaggio dei punti vendita da Auchan e Conad.