In aumento le tasse sulla casa: il Conte 2 è in cerca di risorse e a farne le spese sono gli immobili dei cittadini

Nel documento programmatico di bilancio appena varato dal governo, che contiene l’ossatura della manovra economica per il 2020, fra le varie misure finalizzate a “fare cassa”, ci sono anche alcuni aumenti delle tasse sulla casa. Il bene rifugio per eccellenza degli italiani, l’unico antidoto sicuro in tempi di incertezze lavorative ed economiche, è nel mirino, come da tradizione della sinistra. Aumentano le tasse sugli affitti: la cedolare secca sulle locazioni a canone concordato passa dal 10% al 12,5%. Con un aumento del 25%. Una tassa che, tra l’altro, aveva avuto il merito di ridurre fortemente l’evasione sugli affitti e che ora, dopo questo incremento, potrebbe determinare un ritorno degli affitti irregolari. Altri rincari riguardano le imposte ipocatastali. L’imposta ipotecaria e quella catastale passano da 50 a 150 Euro l’una. Triplicate. Queste tasse, connesse alla vendita, successione o donazione degli immobili, non risparmiano neanche la prima casa, che non è stata esclusa dall’incremento dell’imposta. A parziale bilanciamento si prevede la riduzione da 200 a 150 euro per ciascuna imposta sui trasferimenti immobiliari soggetti ad Iva e alcune agevolazioni per la ristrutturazione degli immobili, con la proroga di tutti gli attuali bonus e l’introduzione di uno sconto fiscale per il rifacimento delle facciate degli edifici. Nel corso delle trattative fra Pd, M5S e Italia Viva per la stesura del testo, si era anche parlato di un accorpamento delle due principali tasse sulla casa, Imu e Tasi, che dovrebbero essere unificate, ma solo a partire dal 2021, con un probabile aggravio con aliquota unica massima che arriverebbe allo 0,86 per mille. Al momento questo ulteriore aumento non c’è, ma come noto la manovra economica è stata approvata “salvo intese”.