La Bekaert, quasi in sordina, riparte con i licenziamenti collettivi. Uscita dai riflettori, la multinazionale belga si appresta ad avviare una nuova procedura di licenziamento per 200 dipendenti del sito toscano di Figline Valdarno. Una operazione, peraltro, che non appare giustificata dai numeri – l’azienda ha infatti un fatturato importante -, ma soltanto dalla volontà della proprietà di massimizzare i profitti, con buona pace del territorio che si ritroverebbe fortemente impoverito in caso di definitiva chiusura del sito, dopo la delocalizzazione all’estero, in Romania, della produzione. La cassa integrazione ha finora permesso di tamponare la situazione, ma il tempo ormai sta scadendo (gli ammortizzatori sociali terminano infatti il prossimo 31 dicembre), senza che si siano registrati passi avanti sul versante della reindustrializzazione dello stabilimento. Sulla base di queste premesse, l’incontro al ministero del 24 ottobre rischia di andare a vuoto.