L’introduzione dell’euro e le operazioni della BCE si sono dimostrate valide, contribuendo alla crescita del PIl nell’area euro fra il 2015 ed il 2016 per 2,6 punti percentuali e per 1,3 punti all’inflazione. Così il presidente uscente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, nel corso del suo discorso in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Economia all’Università del Sacro Cuore di Milano. «Almeno un quinto dell’impatto complessivo sulla crescita nell’anno di picco, il 2017, – ha aggiunto – è attribuibile ai tassi negativi, mentre gli acquisti di titoli contribuiscono per la maggior parte della quota restante». Ora pero, precisa poi Draghi, per aiutare la Banca centrale europea a rialzare tassi d’interesse è necessario che le singole economie dell’area comincino ad aumentare la spesa. L’ex governatore di Bankitalia si è poi detto «ottimista sul futuro dell’Europa. Penso che col tempo essere parte dell’Ue e dell’Unione monetaria sia diventato normale per gran parte dei cittadini». «L’euro – ha aggiunto – è più popolare che mai e il sostegno all’Ue tocca i valori più alti registrati dall’inizio della crisi e nei dibattiti sul futuro dell’Europa si discute sempre meno se la sua esistenza abbia senso e assai di più sulla via migliore per avanzare. Su queste basi la nostra Unione può durare e prosperare».