Andamento lento per l’iter di conversione del decreto legge 101/2019, contenente una serie di misure urgenti in materia di lavoro. È già passato oltre un mese dalla sua pubblicazione in gazzetta ufficiale ed ancora, come suol dirsi, non si vede luce. E pensare che il parlamento ha a disposizione soltanto sessanta giorni per tradurre definitivamente in legge il provvedimento, pena la sua decadenza, cosa che, tradotta in termini semplici, significa togliere ogni validità agli atti eventualmente già messi in essere per effetto delle misure previste dai diversi articoli. Particolarmente a rischio sono, nello specifico, le previsioni relative alla riduzione da tre ad un mese di anzianità contributiva per accedere alla Dis-Coll, l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai collaboratori coordinati e continuativi, e all’autorizzazione alla concessione degli ammortizzatori sociali in deroga per le aziende coinvolte in crisi nelle regioni Sicilia e Sardegna e nell’area di Isernia. È vero che le misure potrebbe poi essere eventualmente recuperate in un altro atto normativo, ma, di certo, il segnale non sarebbe dei migliori. Paradossalmente, meno a rischio sono le misure sui rider, sulle quali peraltro si sono concentrate molti emendamenti in commissione lavoro a Senato, in quanto destinate ad entrare in vigore non prima di sei mesi dalla data di conversione del decreto legge e, quindi, fra aprile e maggio del 2020.