Mancava la quantificazione, ora è arrivata anche a quella a conferma della pericolosità per il datore di lavoro di occupare in nero un percettore del reddito di cittadinanza. Una nota dell’Ispettorato nazionale del lavoro ritorna su uno dei punti più controversi della misura entrata a regime nel marzo di quest’anno. Come noto, il reddito di cittadinanza presenta un sistema sanzionatorio particolarmente rigido sia per chi fornisce false attestazioni per accedere all’indennità integrativa sia per quanto attiene il mancato rispetto delle regole sull’attivazione del nucleo familiare sul versante del lavoro e dell’inclusione sociale. L’Ispettorato nazionale del lavoro, con la nota 7964/2019, aggiunge un ulteriore tassello, facendo sapere che, in caso di lavoro in nero di percettore di reddito di cittadinanza, il datore di lavoro rischia una sanzione amministrativa fino a circa 52mila euro, ridotti a 17mila con pagamento entro i 60 giorni. La sanzione è direttamente proporzionale al numero di giornate lavorate in nero, per cui il massimo scatta superati i 60 giorni di occupazione irregolare. Il datore di lavoro dovrà prestare la massima attenzione, in quanto la sanzione verrà comminata anche nel caso in cui il lavoratore occupato in nero non sia il richiedente, ma soltanto uno dei componenti del nucleo beneficiario del reddito di cittadinanza. In caso di recidiva, la sanzione è anche più corposa.