Mentre la neo ministra Fabiana Dadone annuncia la convocazione delle confederazioni sindacali, dalla Cgil alla Ugl, per il 15 ottobre per discutere della seconda parte della sua delega, quella alla semplificazione normativa, l’intervento del garante per la privacy, l’ex deputato del Partito democratico Antonello Soro, getta un’ombra sempre più lunga sul cosiddetto decreto Concretezza, il provvedimento fortemente sostenuto dalla precedente titolare del dicastero della funzione pubblica, Giulia Bongiorno, in chiave di lotta all’assenteismo. Secondo il garante della privacy, le norme sui rilevanti biometrici e sulla videosorveglianza sarebbero in contrasto con la normativa europea in materia, andata a regime nel maggio dello scorso anno. In particolare, i rilevamenti biometrici sarebbero troppo invasivi, anche se, ad onor di cronaca, occorre ricordare come in diverse aziende, non soltanto del settore privato, tali controlli sono già una realtà. Con riferimento alla videosorveglianza, invece, nelle osservazioni si va dall’orientamento delle telecamere (è curioso osservare come il garante chieda di non inquadrare eventuali visitatori, mentre le telecamere installate ai sensi dell’articolo 4 della legge 300/1970, atte a garantire la sicurezza e il patrimonio aziendale, inquadrano soprattutto i visitatori) alla conservazione delle immagini, passando per la modalità stessa di raccolta.