di Francesco Paolo Capone

Segretario Generale Ugl

Oggi è stato presentato il secondo rapporto Censis – Auditel sulle famiglie italiane, uno studio che analizza la composizione dei nuclei, i loro consumi e il loro rapporto con le vecchie e nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Dal rapporto emerge un’immagine “futuribile” della società italiana: individui come isole, essenzialmente soli e connessi agli altri tramite internet, come attesta il fatto che nelle scelte di consumo gli smartphone si impongono definitivamente sulla televisione, con l’anno appena trascorso come spartiacque in cui il numero di telefonini acquistati ha superato il numero di televisori. La famiglia alla quale eravamo abituati giusto qualche anno orsono – ossia quella composta da due genitori, bambini, ragazzi e anche nonni, riuniti la sera davanti alla Tv – ormai è diventata merce rara. I nuclei familiari al giorno d’oggi sono sempre più piccoli, spesso mono genitoriali, con pochi figli. Il rapporto parla anche di “rarefazione del sistema di relazioni intergenerazionale”: gli anziani vivono spesso per conto proprio e i nuclei nei quali convivono tre generazioni sono diminuiti sensibilmente. Alla base di tutto questo, da un lato l’allungamento della vita media e con esso anche la posticipazione dell’età in cui si mettono al mondo dei figli e dall’altro il considerevole calo delle nascite. Fanno parziale eccezione le famiglie straniere, più “tradizionali”, che, però, tendono ad acquisire in breve tempo le nostre nuove abitudini. E, accanto a ciò, il ruolo totalizzante della Rete, che ormai ha conquistato non solo i giovani, ma anche gli adulti e gli anziani. Ognuno, quindi, col suo smartphone, ulteriormente isolato all’interno di queste nuove piccole famiglie. Da questo quadro della società italiana contemporanea occorrerebbe trarre alcune conclusioni e quindi alcuni spunti per impostare adeguate politiche sociali a sostegno dei cittadini. Innanzitutto la portata della crisi demografica italiana imporrebbe la necessità di individuare forme più corpose di sostegno alla natalità. Accanto a ciò, la presenza di nuclei sempre più piccoli, formati da anziani soli o famiglie monogenitoriali, rende evidente il fatto che la famiglia come strumento di welfare, capace di sopperire alle lacune dei servizi pubblici, ormai è più difficile da trovare e quindi sarebbe necessario migliorare il sistema di assistenza messo a disposizione dallo Stato o fornire alternative adeguate, tramite ad esempio significativi sgravi fiscali per chi debba utilizzare servizi privati. Infine il ruolo sempre più importante della Rete, un sistema di comunicazione efficacissimo e veloce, ma caratterizzato da un’enorme frammentazione, si pensi invece alla funzione unificante della televisione, specie ai suoi esordi. Un ruolo sempre più invasivo sul quale ancora non si è riflettuto e disciplinato abbastanza.