Nella serata di lunedì il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di Aggiornamento al DEF. Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta al termine della riunione, il premier Giuseppe Conte ha assicurato che con la manovra l’esecutivo ha trovato le risorse per sterilizzare «l’aumento dell’Iva, ma non ci accontentiamo di questo. Non ho avuto la fiducia del Parlamento solo per questo. Vogliamo ridurre il cuneo fiscale, è il nostro obiettivo, come abbassare le aliquote dell’Iva, tutto non possiamo fare nel primo anno, ma abbiamo impostato le riforme». «Dobbiamo inasprire le pene per gli evasori ha poi aggiunto il presidente del Consiglio -. Ma dobbiamo anche incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, ma lo vogliamo fare senza penalizzare nessuno. Stiamo lavorando a tante simulazioni per scegliere quella giusta. Non vogliamo penalizzare i commercianti, ma aiutare i consumatori». Dopo Conte ha preso la parola il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. «Con la NaDEF – ha detto – definiamo uno scenario di finanza pubblica per la prossima manovra solido e volto alla crescita». «La manovra è di 29-30 miliardi – aggiunge snocciolando qualche numero -. Abbiamo individuato 2,2% deficit programmatico che definisce una manovra espansiva pari a 0,8% del Pil, che comporta un utilizzo significativo dei margini di flessibilità previsti dalle regole europee e sono fiducioso che il dialogo costruttivo con la commissione europea consentirà di confermare questo obiettivo». Per quanto riguarda invece le previsioni macroeconomiche, il governo stima che nel 2019 il Pil aumenti dello 0,1%, per poi risalire al +0,6% alla fine del 2020 e al +0,8% nel 2021. Il rapporto deficit/Pil dovrebbe essere pari al 2,2% alla fine di quest’anno e del 2020, mentre scenderà all’1,8% nel 2021. Per quanto riguarda i consumi le previsioni indicano una crescita debole anche nella seconda parte dell’anno, mentre le esportazioni nel corso del biennio 2019-2020 recupereranno in parte il forte rallentamento del 2018. Ci si attende, si legge nelle previsioni, che le esportazioni nette forniscano un contributo positivo nel 2019 dello 0,6% nel 2020 dello 0,1% per poi annullarsi nel biennio 2021- 2022. Guardando invece al mercato del lavoro, le stime indicano una diminuzione del tasso di disoccupazione al 10,1% nel 2019 dal 10,6% del 2018, riflettendo il miglioramento che si è osservato nei primi mesi dell’anno. L’inflazione si manterrà debole quest’anno, allo 0,8%, per effetto della caduta dei prezzi dei beni energetici e del rallentamento della domanda interna.