di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questi giorni uno dei temi maggiormente dibattuti è quello ambientale. Si parla di Greta Thunberg e del suo attivismo volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione del riscaldamento globale. Ed è, come sempre, un susseguirsi di polemiche fra sostenitori, che considerano la giovane svedese un esempio di impegno politico in difesa del Pianeta, e oppositori, alcuni dei quali indifferenti alla tematica ambientale, altri non convinti in merito alla pericolosità del riscaldamento in atto, altri ancora invece d’accordo sulle tematiche, ma non sui metodi, considerati artefatti e inoffensivi nei confronti del sistema politico ed economico responsabile dell’inquinamento stesso, sistema che infatti, curiosamente, invece di avversarla come a rigor di logica dovrebbe fare, la osanna. Una lettura superficiale – e di molto – delle cose, forse questo sì “analfabetismo funzionale”, vorrebbe che anche l’ambientalismo si piegasse ad una strana logica volta a dividere il mondo in destra e sinistra, dove a destra ci sono i cattivi, il cemento e le ciminiere e a sinistra i buoni, biologici, equi e solidali. La realtà, invece e per fortuna, è un po’ più complicata di così. L’ambientalismo “di destra” ha origini solide e antiche, basate su un rapporto di amore filiale e sacrale nei confronti della terra, solo molto più tardi l’ecologia, anche se con sfumature e interpretazioni diverse, ha preso piede anche a sinistra. Forse in molti, e non solo a sinistra, l’hanno dimenticato. Oggi a Roma è stato intitolato un viale a Paolo Colli, scomparso leader di Fare Verde, organizzazione ambientalista di destra. La strada, per coincidenza o destino, incrocerà fra l’altro Viale Toni Augello. Le due vie si trovano nel Parco di Forte Ardeatino, che proprio una campagna dell’allora Msi salvò dalla cementificazione, sponsorizzata, invece, dalla sinistra di Rutelli. Un omaggio che attesta il riconoscimento al suo impegno politico e ambientale, non allineato rispetto all’ecologismo mainstream, ma unanimemente apprezzato per il suo essere appassionato e rigoroso. Ecco, Paolo Colli, indimenticato esponente della destra non solo romana, era un ambientalista vero, sempre in prima linea, dal nucleare alla gestione del ciclo dei rifiuti, fino agli aiuti al Kosovo postbellico, dove probabilmente le scorie radioattive dei bombardamenti Nato gli provocarono quella leucemia che lo portò alla morte, quattordici anni fa, a soli 44 anni. Un “rautiano” come si diceva una volta, per distinguere la destra sociale da quella liberale. Idealista e concreto, coraggioso, brillante e determinato. Uno che andava dritto al punto e mettendoci tutto se stesso, contrastando quel sistema politico e produttivo, fondato su uno stile di vita materialista e consumista, alla radice della questione ambientale.