FCA dovrà pagare 23,1 milioni di euro di tasse arretrate al Lussemburgo. È quanto ha stabilito Il Tribunale di primo grado della Corte di giustizia dell’Unione europea dando ragione alla Commissione Ue su una controversia iniziata nel 2015. La Commissione stabilì infatti che gli accordi fiscali raggiunti tra alcune multinazionali e i governi di alcuni Paesi europei con un regime fiscale più vantaggioso erano da considerarsi illegali. Nella fattispecie, in quell’occasione la Commissione europea puntò il dito contro Starbucks e Paesi Bassi e FCA (più precisamente una sua controllata, la Fiat-Chrysler Finance Europe) e Lussemburgo, spiegando come la fiscalità agevolata costituisse un aiuto di stato e che riteneva necessario che i due Paesi dovessero farsi pagare le tasse non pagate: in entrambi i casi 30 milioni di euro. Oggi, quindi, la Corte Ue ha stabilito che effettivamente la Commissione Ue aveva ragione sul fatto che l’accordo FCA-Lussemburgo (Advanced Pricing Agreement) del 2012 fosse illegittimo, imponendo di conseguenza al gruppo italo-americano di pagare 23,1 milioni di tasse arretrate. Al contrario, l’organo di giustizia europea ha respinto la richiesta della Commissione Ue riguardante Starbucks e Paesi Bassi. «La controllata lussemburghese di FCA, Fiat Chrysler Finance Europe, è delusa dalla sentenza del Tribunale e sta prendendo in considerazione i prossimi passi da compiere in merito», ha spiegato un portavoce del gruppo automobilistico, assicurando al contempo che «la questione non è rilevante per il gruppo». Immediata la reazione del titolo in borsa, che a metà seduta perdeva circa un punto e mezzo.