Il confronto fra governo e parti sociali riparte dalla salute e dalla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel pomeriggio, il nuovo ministro del lavoro e delle politiche sociali, la senatrice Nunzia Catalfo, ha riunito al ministero i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal, Confsal e Usb, le associazioni datoriali, l’Inail e l’Ispettorato nazionale del lavoro per riprendere le fila di un discorso già avviato nel corso dell’estate dall’allora sottosegretario Claudio Durigon. L’enorme impatto del fenomeno infortunistico nel nostro Paese – si è arrivati a stimare un costo annuo di quasi 3,5 punti percentuali di prodotto interno lordo –, con tutto il carico umano e sociale, impone di passare all’azione, uscendo dalla fase dei proclami per passare a quella degli atti concreti. La questione, infatti, è la stessa di cui si dibatte da anni. Fino a quando ci si ferma alle dichiarazioni di principio, tutte le parti in causa, si mostrano d’accordo; quando, però, si tratta di dare seguito alle stesse, iniziano i distinguo. Si pensi, ad esempio, al tema della formazione: tutti sono consapevoli della sua centralità, però poi le aziende faticano a vedere la formazione come un investimento prima ancora che un costo. Fra le varie proposte, si segnala quella della Ugl che propone la creazione di una Agenzia nazionale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.