Pur fra mille difficoltà, lavorare nel mondo della ricerca scientifica è possibile anche nel nostro Paese. Certo le opportunità, almeno quelle nel settore pubblico, non sono tantissime e, spesso, con un carattere a tempo determinato, però qualcosa si muove. Così, mentre in queste ore sta partendo la nave rompighiaccio norvegese Polastern per quella che appare una avventura quasi di altri tempi (600 ricercatori, fra cui due italiane, fra fisici, chimici, biologi ed altre professionalità scientifiche, si alterneranno sulla nave, lasciata alla deriva, per studiare i cambiamenti climatici al Polo Nord), alcuni Istituti nazionali sono alla ricerca di personale da destinare, scusa il gioco di parole, proprio alla ricerca. È il caso, ad esempio, dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, con tre concorsi per altrettanti posti a tempo indeterminato. Un altro posto è disponibile presso l’Istituto di biochimica e biologia cellulare di Napoli, un altro ancora presso l’Osservatorio astrofisico di Torino, mentre l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sta cercando di potenziare la parte amministrativa: del resto, senza bravi cacciatori di fondi, è difficile fare ricerca in Italia.