Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail entro il mese di luglio sono state, infatti, ben 599, 12 in più rispetto ai primi sette mesi del 2018 (+2,0%). A livello nazionale, i dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano 18 denunce in più per i casi mortali avvenuti in occasione di lavoro (da 414 a 432) e sei in meno per quelli occorsi in itinere (da 173 a 167). A livello gestionale, è l’agricoltura il settore dove si è registrato il maggior incremento di denunce: +22 (da 56 a 78) a fronte di 10 casi in meno nell’industria e servizi (da 522 a 512), mentre nel Conto Stato le denunce sono state nove in entrambi i periodi. Dall’analisi territoriale emerge un aumento dei casi mortali solo  nell’Italia centrale e meridionale: 10 in più al Centro (da 110 a 120), 15 in più al Sud (da 119 a 134) e 12 in più nelle Isole (da 46 a 58). Nel Settentrione si rileva, invece, una diminuzione di due casi nel Nord-Ovest (da 155 a 153) e di 23 nel Nord-Est (da 157 a 134). A livello regionale, spiccano i 16 casi mortali in più denunciati in  Puglia e i 17 in meno del Veneto. L’analisi di genere mostra, nel confronto tra i primi sette mesi del 2019 e del 2018, un andamento opposto tra i due sessi: 21 casi mortali in più per gli uomini (da 527 a 548) e nove in meno per le donne (da 60 a 51). In aumento le denunce di infortunio con esito mortale per i lavoratori comunitari (da 29 a 40) ed extracomunitari (da 64 a 71), mentre tra gli italiani si registrano sei casi in meno (da 494 a 488).  L’analisi per classi di età mostra incrementi nella fascia 45-54 anni (+43 casi) e in quella 20-34 anni (+19), a fronte di nove decessi in meno per i lavoratori.