Un ritardo non più tollerabile che finisce per penalizzare pesantemente il personale dipendente, con ricadute negative sugli utenti che si ritrovano per un giorno senza servizi. La sanità privata si ferma il 20 settembre con uno sciopero generale che avrà momenti di mobilitazione, sicuramente molto partecipati. Cgil, Cisl e Uil stanno organizzando un corteo, mentre l’Ugl sarà dalla mattina davanti al ministero della salute, proprio a sollecitare un intervento sulle associazioni datoriali Aris e Aiop. Sciopero generale che sarà preceduto da una serie di iniziative locali, volte ad assicurare la massima mobilitazione di tutto il personale. In gioco, il rinnovo di un contratto collettivo che ritarda addirittura da dodici anni, un record assoluto dopo la firma sui contratti del pubblico impiego fra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. A conti fatti, si tratta di quasi quindici punti di inflazione da recuperare, una cosa enorme che ha riflessi concreti sul potere d’acquisto degli stipendi di migliaia di lavoratori e lavoratrici. Oltre alla questione economica, vi sono altri temi aperti sui quali il sindacato sta sollecitando da tempo un confronto. Uno di questi è sicuramente la questione delle continue aggressioni nelle strutture sanitarie che riguardano indistintamente pubblico e privato convenzionato, settore nel quale è peraltro cresciuto esponenzialmente l’impiego di lavoratori con contratti esteri.