Sorprese in corso sul versante dei rider. Come noto, Luigi Di Maio, prima ancora di diventare ministro del lavoro si era impegnato con i ciclo-fattorini per il riconoscimento di un pacchetto di diritti e di tutele, arrivando ad ipotizzare anche la possibilità di riconoscere lo status di lavoro subordinato. Successivamente, si è aperto un tavolo ministeriale con i rappresentanti dei lavoratori e delle piattaforme digitali e con i sindacati confederali dalla Cgil alla Ugl e le associazioni datoriali. Il tavolo però ha fatto emerge le numerose contraddizioni ed è presto saltato. Ora il decreto legge 101/2019 detta alcuni principi che andranno in vigore 180 giorni dopo la sua conversione in legge. Un punto sul quale dibattere è a chi spetta assicurare il rispetto della normativa sulla salute e sicurezza. Il governo è intenzionato a porla in capo alle aziende che utilizzano il servizio e non all’impresa titolare della piattaforma, come sembrerebbe più logico.