Mentre Fca annuncia un investimento da un miliardo di euro per il rilancio dello stabilimento di Pomigliano d’Arco in Campania, Federmeccanica si prepara alla guerra con i sindacati sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Andando per ordine, i vertice ex Fiat, incontrando le sigle sindacali di categoria rappresentative, dalla Fiom Cgil alla Ugl Metalmeccanici, hanno delineato i loro desiderata per il sito campano. L’obiettivo è di procedere, implementandolo, nel solco del piano di ristrutturazione del 2018, insistendo forte sulla formazione del personale dipendente, da riqualificare in linea con le esigenze produttive. Effetti positivi sul personale stanno arrivando anche da Quota 100 e dalle vendite, almeno per Pomigliano, perché intanto il sindacato rilancia il confronto pure sugli altri stabilimenti Fca in Italia, a partire da Cassino. Nel frattempo, però, i metalmeccanici si ritrovano fra le mani la grana del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, applicato in tutto il settore tranne che nell’universo della Casa torinese, la quale, come noto, è uscita dal sistema confindustriale. Neanche il tempo di far partire la trattativa e Federmeccanica ha bollato come irricevibile la richiesta di un aumento medio delle retribuzioni di poco superiore ai 150 euro lordi. Una pessima partenza, quindi, per un contratto spesso preso a modello pure in altri settori produttivi.