Ora scende in campo anche la Finanza. Mentre, con non poche fatiche, stanno partendo le prime convocazioni dei beneficiari presso i centri per l’impiego, una direttiva appena emanata dal comando generale delle Fiamme gialle invita a rafforzare i controlli nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza. L’obiettivo, chiaramente, non è tanto quello di andare a colpire i veri poveri, quanto piuttosto quello di usare il reddito di cittadinanza per andare a scovare quella platea di soggetti che naviga nel mare magnum del sommerso, che si stima pesi sulla nostra economia intorno al 15% del prodotto interno lordo, con qualcuno che si spinge fino al 20%, vale a dire una cifra fra i 20 e 35 miliardi di euro. Dai primi controlli a campione, la Guardia di finanza avrebbe già riscontrato delle incongruenze fra quanto dichiarato alla presentazione della domanda per l’accesso al reddito di cittadinanza e i dati in possesso dell’amministrazione pubblica, nell’ordine addirittura del 60-70%. Occorre, però, ricordare che gli organi ispettivi fanno precedere i controlli da una attività investigativa che serve ad individuare i soggetti a maggiore rischio frode, così che il successivo intervento è praticamente quasi a colpo sicuro. La normativa sul reddito di cittadinanza, si ricorda, prevede il carcere per chi fornisce volutamente informazioni false o omette di fornire notizia su aspetti reddituali o patrimoniali.