Continua il declino dell’attività del settore manifatturiero italiano, ma ad agosto si è registrato un allentamento della caduta. IHS Markit ha infatti registrato un aumento dell’indice PMI a 48.7 punti dai 48,5 punti di luglio. Tuttavia, nonostante il lieve miglioramento delle performance, l’indicatore è rimasto al di sotto dei 50 punti, che delimitano una fase di contrazione da una fase di espansione dell’attività. In particolare è il tredicesimo mese consecutivo che la produzione manifatturiera e i nuovi ordini sono risultati in calo. Nell’analisi della società londinese si legge poi che, per il sesto mese consecutivo, quello dei beni di consumo è stato l’unico sotto settore ad osservare un miglioramento delle condizioni operative, mentre forti peggioramenti sono stati osservati per i beni intermedi e di investimento. A causare il miglioramento del PMI principale è stato il più leggero declino della produzione. I dati di agosto hanno indicato infatti come l’ultima contrazione della produzione manifatturiera è stata marginale e la meno forte da maggio. Un lieve miglioramento si è osservato anche per il PMI finale del manifatturiero dell’Eurozona, ma anche in questo caso l’indice è rimasto ampiamente al di sotto della soglia dei 50 punti: 47, contro i 46,5 di luglio, confermando la forte debolezza del settore. Dalle analisi delle singole economie si può notare come il Paese più in difficoltà sia ancora la Germania, con un indice PMI a 43.5 punti, cui seguono – con un indice al di sotto dei 50 punti – l’Austria (47.9), l’Irlanda (48.6), l’Italia (48.7) e la Spagna (48.8). Meglio fanno la Francia, dove l’indicatore si è attestato a 51.1 punti, i Paesi Bassi, con 51.6 punti, e la Grecia, con 54.9 punti