di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Giuseppe Conte ha infine ricevuto l’incarico da Mattarella a formare il nuovo governo ed ha accettato con riserva. Una prassi consueta, ma stavolta particolarmente adatta a descrivere la situazione. In effetti ci sono molte riserve su questa nuova esperienza politica. Lo stesso discorso tenuto oggi dal Presidente del Consiglio incaricato non riesce a chiarire i dubbi e le incertezze. Il fu “avvocato del popolo”, che nel giugno dello scorso anno si era proposto con toni garbati, ma con contenuti radicali e definendosi anche orgogliosamente populista: “Se è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo”,  stavolta, per il secondo mandato, si è presentato in una veste ben diversa. Con i consueti modi rassicuranti, ma stavolta con contenuti tanto cauti da essere fumosi e piuttosto simili a quelli di quel “vecchio regime” che gli italiani avevano sperato di aver messo all’angolo con il voto alle politiche del 4 marzo 2018.  A prima vista sembrerebbe una vera e propria trasformazione, da premier del “governo del cambiamento” a leader del “governo della restaurazione”. Lo diciamo “con riserva”, perché al momento non è affatto chiaro – non essendoci un programma di governo definito, tantomeno un “contratto” dettagliato e nero su bianco come nel caso precedente – se il compromesso fra pentastellati e dem sarà nel segno di un avvicinamento del Pd, imparata la lezione, alle istanze popolari, proseguendo il processo di cambiamento economico, sociale, fiscale, dal punto di vista della sicurezza e della gestione delle migrazioni, eccetera, o se al contrario saranno i 5 Stelle a fare marcia indietro, aderendo a quelle politiche di establishment che sembravano voler combattere. Gli endorsement convinti da parte di questo o quel “potere forte” che ad ogni piè sospinto stanno arrivando al nuovo governo in fieri, nonostante ancora se ne sappia tanto poco sia in termini di programma che di squadra, non lasciano ben sperare. Molti cittadini italiani, invece, sono piuttosto preoccupati da questo salto nel buio e si chiedono quali saranno i provvedimenti concreti che saranno messi in campo se dovesse infine nascere questo nuovo esecutivo. Conte avrà una settimana di tempo all’incirca per chiarire il programma di governo e contemporaneamente presentare la lista dei ministri al Presidente Mattarella e le trattative sono ancora in alto mare. Insomma, speriamo a breve di avere degli elementi di giudizio in più. Infine arriverà il momento della fiducia ed i numeri sono impietosi, rendendo necessarie complicate alchimie parlamentari per ottenere la maggioranza, specie al Senato e soprattutto data la possibilità che qualche deputato o senatore M5S o Dem non voglia avallare questa alleanza così insolita. Nonostante tante incertezze, l’unico a non avere riserve è lo spread, che continua, benevolo come non mai, a calare.