In attesa di capire se questo Parlamento continuerà la propria attività, arrivando anche ad approvare la delega al governo per cambiare il Jobs act (certo, se il Partito democratico dovesse entrare nell’esecutivo, è difficile immaginare interventi particolarmente profondi), arriva una novità molto interessante dal tribunale di Milano. Nel corso di un procedimento, un giudice del capoluogo lombardo ha rinviato alla Corte europea di giustizia la questione relativa al diritto al reintegro nel posto di lavoro del dipendente licenziato illegittimamente. Secondo il giudice ricorrente, la revisione dell’articolo 18 per gli assunti dopo il 7 marzo del 2015, data di entrata in vigore del decreto che ha introdotto il contratto a tutele crescenti, viola le norme del diritto comunitario sotto il profilo dell’eguaglianza di trattamento e della non discriminazione. L’ordinanza fa riferimento ad un caso di licenziamento collettivo, ma l’impatto andrebbe ben al di là.