Il secondo trimestre non è stato granché positivo per i Paesi del G7. A renderlo noto è stata l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, sottolineando che i cali più consistenti sono stati registrati nel Regno Unito e in Germania. Il Prodotto interno lordo britannico è passato dal +0,5% del primo trimestre a -0,2% del secondo, quello tedesco invece è sceso da +0,4 a -0,1%. Più moderato il rallentamento riscontrato negli Stati Uniti e in Giappone – rispettivamente al +0,5% e al +0,4%, dal +0,8% e dal +0,7% nel trimestre precedente –, in Francia (da +0,3% a +0,2%) e in Italia (da +0,2% a zero). Frenano anche l’Unione europea (da +0,5% a +0,2%) e l’Eurozona (da +0,4% a +0,2%).

Il discorso prende una piega diversa se si analizza il dato su base annua – il Pil dell’area Ocse è aumentato dell’1,6% –: tra le economie del G7, quella statunitense ha registrato il tasso di crescita più elevato (+2,3%). L’Italia, invece, il più basso (0,0%). Il Prodotto interno lordo tedesco è cresciuto dello 0,4 e la Francia dell’1,3%. In crescita anche Regno Unito (+1,2%), l’Unione europea (+1,3%) ed Eurozona (+1,1% su base annua). L’Ocse ha diffuso anche i dati relativi al reddito delle famiglie nel primo trimestre, cresciuto in Italia dello 0,5%, al di sotto della media dell’area (+0,6%) e dell’Eurozona (+0,7%). La crescita è stata dello 0,6% in Germania e dello 0,8% negli Stati Uniti. Peggio dell’Italia ha fatto solo il Regno Unito, con +0,3%.