di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

La questione nordirlandese, che ha insanguinato l’Isola di smeraldo per decenni, sembra ai nostri giorni qualcosa di antico, appartenente più al mondo della storia che a quello della politica. Eppure rappresenta ancora oggi un problema aperto, dato il fatto che la separazione fra l’Eire e l’Irlanda del Nord persiste e peraltro rischia di tornare alla ribalta con la prossima Brexit, che dovrebbe rendere di nuovo tangibili i confini fra il Regno Unito ed il resto d’Europa, Repubblica d’Irlanda compresa. Forse anche per questo è opportuno ricordare che in Irlanda il ricordo della lunga e tragica guerra civile e dello scontro con la Gran Bretagna è ancora molto sentito. La lotta per la sovranità nazionale e per l’indipendenza da Londra dei cattolici repubblicani nordirlandesi ha suscitato empatia in tutto il mondo e anche in Italia, compresa buona parte del nostro ambiente politico, assomigliando a quella del piccolo Davide contro il gigante Golia, rappresentato dalla Corona inglese. Per tutte queste ragioni vogliamo ricordare una commemorazione importante, quella tenutasi ieri, domenica 4 agosto, per la prima volta nella città di confine di Strabane, per ricordare, trentotto anni dopo, il secondo National Hunger Strike, lo sciopero nazionale della fame che si svolse dal marzo all’ottobre del 1981 per protestare contro la disumana pratica carceraria dell’amministrazione Thatcher nei confronti dei militanti repubblicani, ai quali, fra l’altro, non veniva neanche riconosciuto lo status di detenuti politici. Una vicenda particolarmente drammatica, una tappa importante nella lunga storia del conflitto nordirlandese, che è stata ricordata domenica scorsa in una cerimonia organizzata dal Sinn Fein alla quale hanno partecipato migliaia di persone. Il National Hunger Strike costò la vita a dieci persone, fra le quali non possiamo non ricordare Bobby Sands, il primo ad iniziare lo sciopero della fame, che morì il 5 maggio del 1981. Alla fine delle proteste il governo britannico fu costretto a rivedere parzialmente il proprio sistema carcerario e il digiuno influì anche sulle modalità d’azione politica degli indipendentisti repubblicani irlandesi. Ora, tornando ai nostri giorni, sarà importante verificare come saranno gestiti i confini dopo la Brexit, prevista entro il 31 ottobre, elemento fondamentale al fine di scongiurare nuovi motivi di tensione e per mantenere unite la Repubblica irlandese e l’Irlanda del Nord.