Il tema è entrato di diritto nel confronto su lavoro e politiche sociali che, a partire da metà pomeriggio, le parti sociali stanno avendo con il Presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte: la tutela dei rider, i ciclo-fattorini impiegati sovente con contratti di collaborazione o con partita iva nella consegna di pasti a domicilio. Se veramente, come sembra, nel prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe esserci il via libera ad un decreto legge in materia, si concluderebbe una vicenda lunga più di un anno e che è iniziata alla vigilia delle elezioni politiche del marzo del 2018. In quelle settimane che hanno preceduto il voto, i rider, autorganizzati, hanno presentato un manifesto di rivendicazioni economiche e normative. Diventato Ministro, Luigi Di Maio ha prima convocato i rappresentanti dei rider che alcune grandi città (Torino, Milano, Bologna e Roma) e poi ha aperto il confronto al sindacato (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal), ai rappresentanti delle piattaforme e delle associazioni datoriali. Incontri che, però, non sono stati sufficienti a sciogliere alcuni nodi, ad iniziare dalla natura stessa del rapporto di lavoro. Ora si guarda al decreto d’urgenza per capire quali saranno le soluzioni immaginate dal Ministro del lavoro anche per quanto attiene al compenso da riconoscere, alla qualificazione del rapporto di lavoro e sul versante delle tutele previdenziali ed assicurative.