di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

L’ambasciata Usa in Italia ha diffuso la notizia che il Consolato, attraverso suoi funzionari, ha deciso di fornire assistenza a Finnegan Lee Elder, che ieri ha confessato il delitto, e a Gabriel Natale-Hjorth, i due giovani arrestati e detenuti a Regina Coeli per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Ieri, giornata dedicata al lutto e al funerale del vicebrigadiere ucciso con 11 coltellate, la Cnn ha diffuso la notizia dell’arresto dei due studenti universitari e del loro crimine mostrando su sito e social la famosa foto di Elder bendato, scegliendo quindi di diffondere su scala mondiale il filone di polemica aperto in Italia e mirato a spostare l’attenzione da ciò che è immensamente e oggettivamente grave, la barbara uccisione di un rappresentante delle forze dell’ordine, su ciò che è discutibile e tutt’al più evitabile. Passando anche sopra il fatto che il Carabiniere, pur in abiti civili, si è qualificato mentre veniva accoltellato. La stessa emittente televisiva allnews statunitense ha anche raccolto la testimonianza di Ethan Elder, padre di Finnegan Lee, il quale ha detto che suo figlio è «una brava persona» e definendo come una «situazione precaria» l’indagine in corso a Roma. Cos’altro avrebbe potuto dire? Sempre in Italia è stata raccolta e diffusa l’opinione di Amanda Knox, accusata per anni insieme al suo fidanzato italiano di allora e poi scagionata dell’omicidio di Meredith Kercher, su Twitter: «Dovrebbe essere trattato di fronte ad una corte, non di fronte al tribunale dell’opinione pubblica». I miei più vivi ringraziamenti per tale opinione. Ma qual è il punto? Il punto è che in Italia marciamo divisi o, almeno, è questa la prima impressione che riusciamo quasi sempre a dare, mentre gli americani restano agli occhi del mondo quell’armata gigantesca, pronta a muoversi compatta, per difendere anche uno solo di loro rimasto a terra, fosse anche il più indegno. Sebbene i fatti non stiano esattamente così, visto che altre fonti italiane, agenzie di stampa e quotidiani, hanno riportato i commenti dei cittadini statunitensi sul post della Cnn in molti casi né solidali né scandalizzati per la benda sugli occhi dell’assassino, anzi tutto il contrario, c’è una lezione da imparare. Solo gli italiani, forse gli unici al mondo, non sanno difendersi – caso Marò docet, per dirne uno – e fare quadrato: è questo il principale danno inferto all’Italia e alle sue, nostre, istituzioni, persino quando dimostrano di essere presenti e di sapersi sacrificare. Sovranisti si nasce, ma lo si può diventare e senza essere obbligati a difendere chi non lo merita.