Il settore manifatturiero dell’Eurozona è diventato sempre più motivo di preoccupazioni, scrive oggi IHS Markit nella consueta rilevazione dell’indice PMI del settore. «In particolare – si legge -, i problemi geopolitici, Brexit, le crescenti frizioni commerciali e il peggioramento delle prestazioni del settore automobilistico hanno spinto il manifatturiero in una profonda contrazione. L’indagine infatti è stata indicativa di come il settore si sia contratto ad un tasso trimestrale di circa l’1%». A luglio, infatti, l’indice PMI composito della produzione dell’area euro si è attestato a 51.5 punti, rimanendo sì in una fase di espansione dell’attività, ma calando nettamente rispetto ai 52.2 punti di giugno e portandosi ad un livello che negli ultimi sei anni si è visto solamente quattro volte. Il risultato dell’indice composito è il prodotto del prolungato peggioramento delle performance del settore manifatturiero (il cui indice PMI della produzione è sceso a 46.4 punti a luglio dai 47.6 di maggio: il valore più basso in sei anni e mezzo), aggravato da un indebolimento delle attività terziarie (l’indice in questo caso è sceso da 53.6 punti a 53.3) che tuttavia continuano a mostrare maggior tono. Performance che hanno portato IHS Markit ha prevedere un rallentamento della crescita Pil del terzo trimestre al +0,1% dal +0,2% del secondo trimestre.