di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Non per sminuire l’aria di crisi che aleggia intorno al governo o, peggio ancora, secondo quanto scrive oggi il direttore de La Verità Maurizio Belpietro, di ribaltone senza elezioni – nel qual caso si realizzerebbe uno dei più grandi tradimenti verso il popolo italiano e in particolare verso coloro che hanno votato –, ma ritegno doveroso evidenziare il curioso risalto che la maggior parte dei media hanno assegnato alle principali notizie di ieri e oggi. Vengo subito al punto: le liti all’interno della maggioranza, che (purtroppo) non rappresentano una novità, hanno avuto maggiore risalto, se non addirittura in alcuni casi meritato l’apertura di tg e quotidiani, rispetto al gravissimo attentato alla rete ferroviaria italiana, non concepito sicuramente per fare vittime, ma per bloccare l’Italia intera sì, da parte di presunti gruppi anarchici, riusciti a generare con una sola sigaretta – si sostiene in una pseudo-rivendicazione intitolata “La strategia della lumaca” in via di accertamento – un incendio nella cabina elettrica dell’alta velocità alla stazione di Rovezzano, in periferia di Firenze, che ha provocato la soppressione di 42 convogli e ritardi nei treni in circolazione pari a circa 360 minuti. Quotidiano è l’allarme tra giornalisti e intellettuali contro il risveglio dei fascisti antidemocratici – e chi più ne ha più ne metta – ma non verso gli anarchici o presunti tali che, sempre attivi e operativi al punto da organizzare e portare a termine un piano simile, hanno avuto l’ardire e la capacità di mandare in tilt i collegamenti ferroviari dell’Italia intera; altro che metà. È stato terrorismo? È stato solo un avvertimento, un atto dimostrativo? Nessuno al momento può averne la certezza, ma è già grave averne il dubbio e che ciò sia potuto accadere. Ancora peggio lo è per un Paese da quasi 20 anni mobilitato contro il terrorismo di matrice islamica. D’altronde l’Italia è lo stesso Paese che ha intitolato una sala della Camera dei Deputati al giovane anarchico Carlo Giuliani, di cui ricorre in questi giorni la morte, avvenuta mentre lo stesso cercava di spaccare la testa a un rappresentante delle forze dell’ordine durante i tumulti del G8 di Genova del 22 luglio 2001. Lo stesso Paese che ieri ha celebrato un processo contro quattro anarchici, condannandone solo tre, autori dell’attentato alla libreria (libreria, non arsenale) di Casapound a Firenze, avvenuto nel Capodanno del 2017, – a sostegno dei quali l’incendio doloso alla centralina dell’alta velocità di Firenze è stato probabilmente concepito. Condanne emesse nell’ambito del processo nei confronti di altri 28 esponenti di area anarchica, accusati a vario titolo di diversi reati. Un’intensa attività dunque, quella degli anarchici italiani, che evidentemente non terrorizza nessuno e che magari in qualche ambiente susciterà persino simpatie. «Tutti gli animali sono uguali, – scriveva George Orwell nel suo celeberrimo romanzo allegorico “La fattoria degli animali” – ma alcuni sono più uguali degli altri». Così accade anche in Italia per gli antidemocratici e i terroristi.