A quanto pare sia la BCE che la Fed sono pronte a fornire nuovi stimoli per sostenere l’andamento economico di Eurozona e Stati Uniti. Già ieri, infatti, nel corso di un’audizione al Congresso, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha spiegato che molti membri del board della Fed sarebbero disponibili a considerare una politica monetaria più accomodante alla luce di «forze che agiscono controcorrente», assicurando che la Fed «agirà in modo appropriato per sostenere l’espansione dell’economia». La conferma delle intenzioni della BCE è arrivata invece oggi dalla pubblicazione dei verbali della riunione del 6 giugno, dalla quale emerge che in un contesto caratterizzato da incertezze crescenti, la Banca Centrale Europea è pronta a fornire nuovi stimoli alle economie dell’Eurozona. Nei verbali si legge infatti che «alla luce dell’incremento dell’incertezza, che si stima sia destinato a proseguire, è stato trovato un ampio consenso sul fatto che il board debba farsi trovare pronto e preparato ad allentare ulteriormente le condizioni monetarie». Già nel comunicato diffuso al termine del Consiglio si leggeva: «Si attende ora che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine». Di fatto la BCE ha rimandato quindi di almeno sei mesi il rialzo dei tassi dei tassi d’interesse (il comunicato precedente riportava che sarebbero rimasti «invariati […] almeno fino alla fine del 2019»).