L’instabilità lavorativa è probabilmente una delle cause principali che portano al prolungarsi della permanenza dei giovani all’interno della famiglie d’origine, anche se, sicuramente, non è l’unica, in quanto possono incidere altri fattori, ad iniziare dagli studi che, rispetto al passato, possono avere una durata maggiore, senza dimenticare il tema dei temi, vale a dire la difficoltà di accedere ad una abitazione, quanto meno dignitosa, a costi non esorbitanti. Il fenomeno dei giovani dai 18 ai 34 anni che ancora permangono nella famiglia d’origine è stato analizzato in uno studio promosso da Censis e Confcooperative. Secondo la ricerca, sei giovani su dieci della fascia di età considerata abitano ancora con i propri genitori. La percentuale sale al 68% per la componente maschile e scende al 56,9% per quella femminile. La differenza è molto marcata rispetto alla media europea (48,1%) ed addirittura abissale nei confronti di Germania, Francia e Regno Unito, dove si registrano medie intorno al 10%. Gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile evidenziano una riduzione: il dato nazionale è oggi di poco superiore al 30%, il più basso dal 2011, quando si erano toccate punte superiori al 50% in molte aree del Paese.