Per tante vertenze ancora aperte, qualcuna oggettivamente di difficile soluzione, almeno in un caso si respira aria nuova, improntata a maggiore ottimismo per il futuro. Dopo l’ennesima lunga trattativa, è stata sottoscritta una intesa che dovrebbe portare al rilancio produttivo delle Acciaierie speciali Terni, sito storico campione della siderurgia nazionale. Al ministero dello sviluppo economico, azienda e sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm, Ugl Metalmeccanici, Fismic ed Usb hanno raggiunto un accordo complessivo sul nuovo piano industriale e sul contratto integrativo, partendo da una ipotesi di investimento di 60 milioni di euro nel biennio 2019-2020. Il governo è intervenuto a sostegno dell’intesa, attraverso un formale impegno a supportare l’attività produttiva con tutti gli strumenti disponibili a legislazione vigente, confermando, altresì, la strategicità della siderurgia in un quadro di sostegno della manifattura nazionale. È prevista una leggera contrazione del numero degli addetti, una cinquantina in tutto, pari a meno del 3% della forza lavoro, attualmente superiore alle 2.350 unità, attraverso una politica di incentivazione alle uscite volontarie. Contemporaneamente, sarà avviato un programma di stabilizzazione dei contratti in somministrazione con la trasformazioni in contratti a tempo indeterminato. Si punta ad un incremento della produttività nel laminato a freddo.