Sembrava quasi fatta e invece il Consiglio di Amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles ha deciso di ritirare la proposta di fusione avanzata a Group Renault il 27 maggio. FCA – che questa notte ha diffuso una nota per annunciare la decisione – ha motivato la scelta spiegando che, nonostante il Gruppo italoamericano resti «fermamente convinto della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti», attualmente in Francia non vi sono «le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo». La stessa Renault, dopo un Cda riunito sotto la presidenza di Jean-Dominique Senard per discutere la proposta di FCA, aveva spiegato che il Consiglio non è stato in grado di prendere una decisione «a causa del desiderio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto a un Consiglio successivo». Il governo francese ha infatti un ruolo importante nel board del costruttore della Losanga, perché ne detiene il 15,01%. Dal canto suo l’esecutivo francese, attraverso le parole del ministro dei Conti Pubblici, Gerald Darmanin, tuttavia fa sapere che c’è la speranza che la porta su una fusione tra i due gruppi non sia chiusa completamente, auspicando i poter riesaminare una nuova proposta di FCA in futuro. Intanto lo scoglio ha già avuto ripercussioni sui titoli in borsa sia di FCA che di Renault. Il primo in apertura ha segnato un -1,7%, mentre il titolo del costruttore francese ha riportato un -7,6%.