di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl
Prepariamoci psicologicamente: domenica sera trionferà la sinistra. Ancora per tutta la giornata del 26 maggio saremo infatti in balìa degli exit poll e di quell’apparato comunicativo che, purtroppo, continua a mostrarsi tutt’altro che imparziale. Ma, fortunatamente, da lunedì arriverà la conta dei voti veri e potremo tirare un sospiro di sollievo. Si veda il caso dell’Olanda, che, per un seggio in più rispetto ai due partiti populisti attribuito – dagli exit poll – ai laburisti, è già assurta a nuova terra promessa e ad avamposto della rimonta. Il tutto non considerando il fatto che nel complesso i partiti di sinistra sarebbero comunque in minoranza e che il fronte sovranista si sia presentato diviso fra due partiti. Gli exit poll parlano di cinque o sei seggi ai laburisti, tre ai verdi e uno ai socialisti, per le sinistre; quattro ai sovranisti, fra FvD e Pvv; al centrodestra gli altri, quattro ciascuno a Liberal Conservatori e Cristiano Democratici, due sia ai liberali che ai cristiani protestanti. È bene ricordare che si tratta di ipotesi e che anche nei Paesi Bassi lo scrutinio inizierà domenica sera e di conseguenza solo allora si saprà con certezza come sono andate le cose. Da segnalare, invece, la maggiore prudenza dei britannici, che, pur avendo votato nella stessa data degli olandesi, non diffonderanno le stime degli exit poll fino a domenica sera “per non influenzare le consultazioni negli altri Paesi”. In questo caso si nota, curiosamente, maggiore circospezione sui giornali e in televisione. La stampa sembra assai meno interessata alla già abbondantemente prevista affermazione del Brexit Party di Farage, accreditato come primo partito al 30%. Anche se, certo, le annunciate dimissioni del Premier May non lasciano troppo spazio all’immaginazione in merito ai dati ufficiosi che senz’altro già circolano a Downing Street. Oggi le urne sono aperte in Irlanda e Repubblica Ceca. Staremo a vedere. La volontà ostinata della sinistra di continuare, fino alla fine, a mettere la testa sotto la sabbia potrebbe risultare quasi risibile, se non fosse l’ultimo colpo di coda di un potere, al di là del buonismo di facciata, tanto influente quanto intollerante verso gli avversari politici e sprezzante nei confronti degli unici titolati a decidere: i cittadini europei. Fortunatamente, però, bisogna pazientare ancora per poco perché, per citare il menestrello Branduardi, “ dopo domenica è lunedì ”. Allora inizieranno ad arrivare i primi dati reali sui risultati elettorali europei, italiani e locali, e potremo finalmente conoscere la verità. La parola passerà, finalmente, dal coro monocorde del sistema mediatico al popolo. E resta il fondato dubbio che la musica cambierà e non sarà così tanto orecchiabile per il vecchio establishment nazionale e continentale.