«La Cina prenderà tutte le misure necessarie per aiutare le compagnie cinesi a migliorare la capacità nella gestione di questi rischi. La miglior reazione alle prepotenze americane è avere le compagnie cinesi più forti», è quanto assicurato dal portavoce del ministero del Commercio cinese, Gao Feng, in riferimento allo stop delle forniture Android a Huawei. Parlando a nome del governo cinese, Gao Feng ha spiegato che la speranza è che gli Stati Uniti «si comportino razionalmente, correggendo le azioni pericolose e sbagliato e puntando al rispetto reciproco». Intanto il capo della divisione consumer business del colosso di Shenzhen, Richard Yu, ha confermato che il sistema operativo proprietario di Huawei sarà lanciato in autunno e non la prossima primavera come previsto inizialmente. Ma Huawei potrebbe non essere l’unica a dover correre ai ripari: secondo il Wall Street Journal il Dipartimento del Commercio statunitense starebbe pensando di inserire altre grandi aziende cinesi nella “Entity list”. Tra queste Hikvision e Dahua, due note aziende attive nel settore della videosorveglianza. Stando invece ad un’indiscrezione della BBC, anche Arm potrebbe sospendere le forniture di componenti (in particolare i chip alla base dei processori Kirin, montati sui Huawei di fascia alta) al colosso cinese. Decisione già presa e messa in pratica dalle amicane Qualcomm e Intel.