di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

I numeri sono importanti e tuttavia, come diceva uno che di cifre se ne intendeva, Albert Einstein, “non tutto ciò che conta può essere contato”. Ecco, su questo doppio binario va letta la lunga intervista concessa oggi dal ministro dell’Economia Giovanni Tria al quotidiano Il Sole 24 Ore: l’obiettivo del governo, di tutti in generale e di questo in particolare, deve essere quello di prestare la giusta attenzione verso la tenuta e anche il risanamento dei conti pubblici, ma ricordando, sempre, che il benessere, concreto e tangibile, della popolazione viene prima di tutto. Ultimamente una notizia, drammatica e anche piuttosto inquietante, è passata un po’ troppo inosservata. Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, ha ammesso di aver consapevolmente sottaciuto il fatto che in Grecia la crisi e le misure per contrastarla imposte dalla Troika hanno avuto come conseguenza un aumento significativo della mortalità infantile. Si contano 700 decessi di neonati causati dall’austerity. La decisione di non parlarne è stata presa dal giornalista per non essere “strumentalizzato dagli antieuropei e ostracizzato dagli altri”. Un’autocensura che potrebbe far spendere fiumi d’inchiostro sui concetti – in questi giorni al centro delle polemiche – di libertà d’espressione e democrazia, se non fosse che l’argomento a cui fa riferimento, la vita dei bambini, è ancor più importante. Non sappiamo poi di dati ulteriori, sugli adulti o gli anziani. Ora, per evitare che cose simili accadano è sicuramente necessario non trovarsi in una situazione economica di simile gravità e Tria ci rassicura sulla stabilità dell’Italia, in attesa fra l’altro del dipanarsi delle misure già prese, che ci auguriamo sortiscano effetti positivi. Occorre, comunque e sempre, rigore e attenzione, sia a impegni europei invariati, che anche con le nuove regole che speriamo saranno alla base delle politiche Ue dopo il rinnovo dell’Europarlamento e della Commissione. Detto ciò, il dibattito è aperto, se sia più opportuno disinnescare le clausole sull’aumento dell’Iva, che ad oggi viene escluso sia da Salvini che da Di Maio, attraverso la possibilità di rinegoziare il tetto del 3% oppure mediante tagli – mirati – di spesa, come preferirebbe Tria. O se si possa piuttosto pensare, se ne è già parlato, a un aumento selettivo dell’imposta, da verificare voce per voce. In cosa consiste quella nuova Europa di cui tanto si parla in questi giorni e che tutti a parole dicono di volere, compresi coloro che hanno contribuito a costruire e difendere quella vecchia? Consiste in un sistema nel quale gli unici numeri tabù che non dovrebbero essere mai rinegoziati, al posto delle percentuali del deficit o anche dell’Iva, dovrebbero essere proprio quelli nascosti da Fubini – e non solo da lui – ed attorno ad essi dovrebbe essere organizzato tutto il resto.