Le donne che diventano imprenditrici hanno un effetto moltiplicativo sui consumi più degli uomini che diventano imprenditori: 2,2 volte rispetto a 2,1. Inoltre se le potenziali imprenditrici diventassero effettive genererebbero 1 miliardo in più di consumi rispetto all’analogo caso per gli uomini. È quanto spiega Unioncamere nell’ultima analisi sull’imprenditoria femminile. Stando ai numeri raccolti, sono 1,3 milioni le imprese femminili presenti oggi in Italia, un numero in crescita del 2,7% rispetto a cinque anni fa. Questo “motore rosa”, come lo definisce Unioncamere, genera occupazione per oltre tre milioni di lavoratori. Il brutto è che, al contrario dei dati demografici, dove le donne hanno una speranza di vita di circa 4,5 anni superiore rispetto a quella degli uomini, nel mondo imprenditoriale le aziende femminili sopravvivono meno anni rispetto a quelle guidate da imprenditori di sesso maschile. Commentando i dati, la presidente di Terziario Donna Confcommercio, Patrizia Di Dio, spiega: «Dalla ricerca emerge che la spinta a intraprendere per le donne è dettata più dalla voglia di valorizzare  le proprie competenze e le proprie idee innovative quindi più dall’opportunità che dalla necessità. Quando le motivazioni sono più forti, più forte è la probabilità di avere successo personale ed economico perché  laddove c’è motivazione c’è maggiore possibilità di successo. Possiamo dire che non solo riteniamo che la donna possa essere il motore della ripresa ma che lo è anche per l’economia visto che   rappresenta un volano anche dei consumi superiore rispetto agli uomini».