Se molto si è parlato di quota 100, con un aggiornamento, soprattutto nelle prime settimane, del contatore delle domande presentate (l’ultimo dato è di circa 124mila richieste), poco si è parlato di una seconda misura che pure sta riscuotendo un indubbio successo. Si tratta del riscatto agevolato della laurea, per il quale si è già superata la soglia delle 7mila domande. Più che il dato assoluto, comunque di tutto, ciò che colpisce è quello percentuale: in un anno l’incremento è del 202%. Il successo del provvedimento è nella possibilità di riscattare gli anni di laurea, utili ai fini previdenziali, ad un costo sensibilmente minore rispetto alla normale disciplina. L’unico paletto, di fatto, è che possono essere riscattati soltanto gli anni di studio universitario a partire dal 1996, anno in cui è entrato in vigore il calcolo con il contributivo in luogo del precedente meccanismo di calcolo con il retributivo. Il riscatto agevolato, per effetto della norma introdotta con il decreto legge 4/2019, ha un costo fino a 5.241 euro per ogni anno, con la possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste. Al momento, scorrendo i dati disponibili, l’opportunità di fruire di questa opportunità è più utilizzata dai lavoratori del settore privato, piuttosto che dai dipendenti pubblici. Il rapporto è infatti nell’ordine di uno a sei, più basso rispetto a quota 100.