Una riunione tecnica che è servita soprattutto al sottosegretario al lavoro, Claudio Cominardi, e alla presidente della commissione lavoro del Senato, Nunzia Catalfo, per illustrare gli emendamenti che il Movimento 5 Stelle intende presentare al disegno di legge della stessa Catalfo sull’introduzione del salario minimo orario per legge. Dopo l’audizione parlamentare ed il primo tavolo tecnico di marzo, il nuovo incontro ha segnato un ulteriore momento di approfondimento, anche se molti nodi rimangono di fatto ancora in piedi, come hanno fatto notare, pur con sfaccettature diverse, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal, Confsal ed Usb presenti. La riformulazione del testo oggi pone la contrattazione collettiva come punto di riferimento; rimane, però, l’indicazione di una soglia minima che ha incontrato numerose critiche anche da parte delle organizzazioni datoriali, perché non sarebbe economicamente sostenibile in alcuni settori, in particolare nei servizi. Il rischio, neanche troppo velato, è che soprattutto le imprese del multiservizi e del mondo cooperativo possono ridurre il personale dipendente per restare comunque in determinati parametri di costo; uno scambio, quindi, fra salario un poco più alto ed occupazione. Come ha assicurato Cominardi in chiusura, la partita è comunque ancora aperta, anche se il ministro del lavoro, Luigi Di Maio, ha manifestato la volontà di arrivare all’approvazione del testo entro settembre.