I numeri del reddito di cittadinanza evidenziano un impatto importante della misura contenuta nella legge di bilancio, pensata per ridurre il fenomeno della povertà assoluta nel nostro Paese. In termini assoluti, è la Campania la regione nella quale sono state presentate più domande, oltre 172mila; a seguire, la Sicilia con più di 161mila richieste e altre tre regioni – Lazio, Puglia e Lombardia – tutte sopra le 90mila domande. In coda, la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e il Molise, che, messe insieme, arrivano a circa 12mila richieste. Il canale di accesso più utilizzato è nettamente quello dei centri di assistenza fiscale: quasi tre quarti delle domande è passato per i caf, ai quali se ne aggiungono altre 36mila per il tramite dei patronati, che accettano le richieste per le pensioni di cittadinanza. Nei giorni scorsi, si è registrata qualche polemica circa gli importi erogati, più bassi rispetto a quelli annunciati. L’arcano si spiega con il fatto che il reddito e la pensione di cittadinanza prevedono una integrazione al reddito più un contributo fisso per l’affitto o il mutuo. Ad esempio, una famiglia composta dai due genitori ed un bambino avrebbe diritto ad avere fino ad 800 euro di integrazione al reddito più un contributo di 280 euro, se in affitto, o di 150 euro, se con mutuo. Se questa famiglia percepisce già un reddito da lavoro di 500 euro, l’integrazione sarà di soli 300 euro.