L’Ugl anche per il 1° Maggio del 2019 non abbandona uno dei suoi storici cavalli di battaglia, la sicurezza sul lavoro, per almeno una buona ragione. Dall’anno scorso, quando con il segretario generale Paolo Capone ha inaugurato la prima originale installazione ‘Lavorare per vivere’ a Roma in piazza San Silvestro, portata poi in tutte le principali piazze d’Italia, ad oggi le morti sul lavoro sono aumentate. La campagna di sensibilizzazione ha caratterizzato l’azione sindacale dell’Ugl per un intero anno, catturando l’attenzione dei principali quotidiani nazionali, dei tg e nei talk show più importanti. Le morti sul lavoro non risparmiano il Nord, segno che di sicurezza sul lavoro non ce n’è mai abbastanza, ma nel Sud si combinano con uno scenario industriale ancora deteriorato. Per il 1° Maggio di quest’anno, che si terrà a Palermo in piazza Ruggero Settimo dalle ore 10.00 in poi con la puntuale presenza del segretario generale, Paolo Capone, alle 1029 sagome bianche che rappresentavano i decessi registrati nel 2018 se ne aggiungeranno 104 rosse per rendere ancora più visibile la drammatica differenza con il 2018, in termini di aumento. Un anno quest’ultimo che si preannuncia tutt’altro che positivo: secondo i recenti dati dell’Inail infatti nel primo trimestre del 2019 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, presentate entro il mese di marzo, sono state 212, dato che conferma quello del primo trimestre 2018. A livello nazionale, rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso, si registra solo una denuncia in meno per i casi avvenuti in occasione di lavoro (passati da 145 a 144) e una in più per quelli occorsi in itinere (da 67 a 68). Dall’analisi territoriale emerge un calo dei casi mortali solo nel Nord del Paese: nove in meno nel Nord-Ovest (da 66 a 57) e 12 in meno nel Nord-Est (da 56 a 44). Incrementi si rilevano, invece, nel Centro e Mezzogiorno, con cinque decessi in più al Centro (da 39 a 44) e otto casi in più sia al Sud (da 35 a 43) che nelle Isole (da 16 a 24). L’analisi di genere mostra, tra il I trimestre del 2019 e del 2018, un andamento opposto tra i due sessi: 17 casi mortali in più per gli uomini (da 180 a 197) e altrettanti in meno per le donne (da 32 a 15). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi nella fascia 45-54 anni (+28 denunce mortali) e in quella 20-24 anni (+7 casi), a fronte di cali generalizzati nelle altre fasce di età.