di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl
All’Italia serve un cambio di passo radicale per poter ripartire. Alcune riforme molto importanti sono state fatte, ma ce ne sono altrettante da realizzare con urgenza. Occorre superare quell’insieme di criticità con cui il Paese si confronta da anni e decenni, che hanno creato una vera e propria zavorra, che impedisce la ripresa economica e sociale e danneggia soprattutto le fasce popolari, basse e medie, i lavoratori dipendenti, le piccole imprese familiari. Fra queste, una delle maggiori è rappresentata da un sistema fiscale opprimente e farraginoso, che tartassa contribuenti, famiglie, persone e aziende, dipendenti e imprenditori, in modo eccessivo e squilibrato, senza peraltro riuscire a contrastare efficacemente la piaga dell’evasione. I dati parlano chiaro. L’Ocse, nella propria classifica sulla pressione fiscale ha assegnato all’Italia una, ben poco invidiabile, sesta posizione complessiva, mentre ci colloca al terzo posto per quanto riguarda il prelievo sul lavoro, tra reddito e contributi sociali. Del resto tutti ben conosciamo il peso del fisco per esperienza diretta con poi, spesso, prestazioni deludenti sul lato dei servizi, diverse rispetto a quelle offerte da altri Stati con altrettanto elevata pressione fiscale. Allo stesso tempo abbiamo un’evasione importante, stimata a più di 100 miliardi di Euro l’anno sottratti alle casse dello Stato e quindi a tutti noi. Segno evidente che il sistema, cosi com’è, non va. Serve un fisco più leggero e più semplice, accompagnato da una lotta rigorosa verso chi, pur potendo, non paga le tasse. Parafrasando un vecchio slogan sul lavoro tornato in questi giorni attuale “pagare meno, ma pagare tutti”. Per questo motivo la riforma fiscale in cantiere può rappresentare un importante strumento di equità sociale. Le parole del ministro Tria sono state eloquenti: “In linea con il Contratto di Governo, si intende inoltre continuare, nel disegno di Legge di Bilancio per il prossimo anno, il processo di riforma delle imposte sui redditi, ‘flat tax’, e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l’imposizione a carico dei ceti medi. Questo nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica” e, come spesso è accaduto in questi ultimi mesi, mostrano l’attitudine a superare positivamente anche le diversità di vedute per arrivare a una soluzione condivisa. Il Documento di Economia e Finanza, pur non essendo un testo di legge, è importante in quanto getta le basi per le prossime misure che saranno attuate dal Governo e la direzione presa sembra quella giusta, andando verso una rimodulazione del sistema fiscale, semplificato e a maggiore sostegno del lavoro, dei ceti medi, delle famiglie. Una vera e propria operazione di equità sociale di cui il Paese ha estremo bisogno, dopo anni di miopia in cui si è cercato di combattere la crisi con una controproducente austerity a senso unico contro i ceti produttivi e popolari.