Le altre sigle sindacali, ad iniziare dalla Ugl, si sono mostrate possibiliste, non così Cgil, Cisl ed Uil che hanno criticato il disegno di legge sulla Pubblica amministrazione nel metodo e nei contenuti. Alla critica di fondo, potrebbe non essere però estranea una questione molto dibattuta nel sindacato, vale a dire la definizione dei comparti per la contrattazione collettiva, un aspetto poco noto ai più, ma che, per come è stato trattato dal precedente governo, ha prodotto due effetti, entrambi negativi. In primo luogo, si è ridotta a partita in corso la rappresentanza sindacale, a tutto beneficio proprio di Cgil, Cisl ed Uil. In secondo luogo, si è persa la specificità di alcuni comparti di piccole dimensioni, ma di importanza strategica, si pensi ad esempio all’università e alla ricerca o agli enti pubblici non economici, come l’Inps e l’Inps che, con meno personale, hanno aumentato esponenzialmente la produttività, con conseguente dirette sulla valorizzazione delle professionalità del personale dipendente. Di certo, al di là di alcuni singoli contenuti sui quali sarà necessario ritornare in futuro, il disegno di legge del ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, recupera degli aspetti che in questi anni si sono colpevolmente marginalizzati, ad incominciare dallo spirito di servizio del dipendente pubblico, per il quale è previsto il giuramento iniziale.