Il governo prova a giocarsi la carta del recupero e del rilancio della pubblica amministrazione. Parte questa settimana, con una audizione presso la Commissione Lavoro del Senato, delle sigle sindacali confederali dalla Cgil alla Ugl, l’iter per l’approvazione di un disegno di legge governativo contenente una serie di deleghe per il miglioramento della pubblica amministrazione, un tema centrale per la stessa tenuta del sistema Paese. È di tutta evidenza, infatti, che soltanto attraverso una valorizzazione della macchina pubblica e, soprattutto, del personale dipendente è possibile rimettere in carreggiata la nostra economia. Sono cinque le deleghe che il governo chiede al Parlamento di avere. In primo luogo, per rivedere le modalità di accesso al pubblico impiego, partendo proprio dal principio dell’ingresso attraverso concorso per la verifica delle competenze. La seconda delega è volta ad individuare i meccanismi per favorire il merito e la premialità, una materia sulla quale in passato si sono spese tante parole, ma pochi atti concreti. La terza delega è sul riordino della dirigenza, mentre la quarta è sulla gestione della mobilità del personale pubblico e l’individuazione degli incarichi ad esso conferibili. Infine, la quinta delega è volta alla ridefinizione dei confini della contrattazione collettiva e dei limiti della contrattazione individuale. In prima battuta, il disegno di legge non prevede risorse aggiuntive.