di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Dall’incontro con gli oppositori del regime di Maduro abbiamo ricevuto una nuova spinta ideale per un maggiore impegno dell’Ugl. Sono stati due giorni intensi: dopo il convegno di mercoledì, durante il quale abbiamo ascoltato le drammatiche testimonianze dirette di politici ed attivisti venezuelani, ieri in Confederazione abbiamo di nuovo incontrato due dei relatori, Lorent Saleh e Villca Fernandez, attivisti per i diritti umani ed ex prigionieri politici. La descrizione che ci hanno fatto della situazione nel Paese non lascia adito a dubbi. Purtroppo la comunità internazionale non è ancora pienamente consapevole della realtà dei fatti. Quello che sta avvenendo in Venezuela non è uno scontro fra due forze politiche, rispetto al quale è possibile restare più o meno neutrali per il principio della non ingerenza: c’è, invece, da un lato un regime criminale di un dittatore legato al narcotraffico, che per mantenere saldo il proprio potere, oltre alla violenza politica, ha bloccato la produzione di alimenti e medicinali e contemporaneamente impedisce di accedere agli aiuti internazionali, mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa del suo popolo; dall’altro lato c’è l’insieme delle forze, di destra e sinistra, che cercano di opporsi a Maduro e che si riconoscono nel Presidente Guaidò, espressione dell’unica istituzione costituzionalmente legittima, l’Assemblea Nazionale. La crisi non accenna a risolversi: il regime non ha la minima intenzione di mollare la presa. Dopo la revoca dell’immunità parlamentare a Guaidò resta l’incognita su un suo possibile arresto, che farebbe ulteriormente precipitare la situazione. Non solo, Maduro, tramite il controllo degli altri organi dello Stato, magistratura compresa, e aiutato dalla presenza di milizie internazionali, presidia politicamente e militarmente il territorio, rendendo la possibilità di elezioni effettivamente libere del tutto irrealistica. Occorre quindi una mobilitazione internazionale, umanitaria e politica, per riportare il Paese alla normalità. Onde evitare che la vicenda venga gestita in modo unilaterale dagli Stati Uniti e proprio per garantire l’indipendenza del Venezuela, la comunità internazionale, Unione europea in primis, dovrebbe assumere un ruolo più deciso e meno attendista. Per i legami tra Italia e Venezuela, Stato che ospita una consistente comunità italiana, il nostro Governo dovrebbe superare l’attuale insostenibile posizione di neutralità, dovuta essenzialmente alla componente pentastellata, e diventare, anzi, capofila dell’azione europea a sostegno del Venezuela. L’Ugl farà la sua parte per sollecitare l’Esecutivo: metteremo in campo tutte le iniziative necessarie affinché nasca una mobilitazione dal basso a sostegno della causa umanitaria e dello stesso diritto alla vita del popolo venezuelano, per spingere l’Italia ad un impegno maggiore.