di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

A volte, nel dover fronteggiare gli importanti avvenimenti che si susseguono in ogni ambito politico, economico e sociale, rischiamo di distogliere l’attenzione da alcuni fatti, altrettanto fondamentali e irrisolti, che restano in sospeso. È il caso del Venezuela, ancora prigioniero di una situazione drammatica che purtroppo non accenna a trovare una risoluzione. Eppure il clamore mediatico e politico e l’attenzione puntata sul Paese latinoamericano sembrano essersi affievoliti. Noi, invece, non vogliamo che quanto sta avvenendo cada nel dimenticatoio solo perché la crisi venezuelana si verifica in un luogo geograficamente lontano rispetto a noi. Ci sentiamo, infatti, idealmente molto vicini a quel popolo, per le sofferenze che è costretto a subire quotidianamente e per l’ulteriore sentimento di fratellanza che la presenza di una vasta comunità d’origine italiana non può che rafforzare. Per questo non vogliamo mollare la presa. Oggi l’Unione Generale del Lavoro, in collaborazione con il Centro per la Promozione delle Relazioni Italia-Venezuela, ha organizzato a Roma un convegno dal titolo “Venezuela: tra crisi umanitaria e violenza del regime – Racconti e testimonianze dirette”, con l’obiettivo di far conoscere, tramite il racconto di protagonisti della vita politica, intellettuali, oppositori di Maduro e con un videomessaggio del Presidente Juan Guaidó, cosa sta accadendo nel Paese. La situazione è tutt’altro che pacificata: sappiamo che il regime sta alzando il tiro, con la decisione di togliere l’immunità parlamentare allo stesso Guaidó, possibile premessa ad un arresto del leader, con le intuibili drammatiche conseguenze politiche di una simile eventualità. Tentare di soffocare l’opposizione, ora forse addirittura traendo in arresto Presidente ad interim, a seguito delle accuse del regime e del voto, irregolare, non dell’organo a ciò deputato, ovvero l’Assemblea Nazionale di cui Guaidó stesso è presidente, ma dell’Assemblea Costituente creata da Maduro e completamente nelle sue mani. Un’ulteriore deriva assolutista, lampante esempio dei soprusi tramite i quali il regime sta cercando di arroccarsi nel tentativo di preservare ad ogni costo il proprio potere, piuttosto che lasciare il passo, finalmente, a libere elezioni. L’Ugl continuerà a fare la sua parte in sostegno del popolo venezuelano, ma occorre che altrettanto faccia la comunità internazionale, onde mettere fine ad una situazione ormai intollerabile.