di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Il Segretario commenta la notizia di ieri di un pacco bomba indirizzato alla sindaca di Torino Chiara Appendino. Non un ordigno “dimostrativo”, ma progettato per esplodere e fare danni. Gli inquirenti vagliano le possibili piste, compresa quella anarchica a seguito dello sgombero di un centro sociale. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, ma ciò non ridimensiona la gravità di quanto accaduto. Episodi simili, purtroppo, di tanto in tanto si sono già verificati nel Paese. Ma è innegabile il fatto che il clima politico italiano si stia surriscaldando. Ne è un esempio il clamore, francamente eccessivo, sorto a seguito del Congresso delle Famiglie di Verona. Manifestazioni simili sono sempre state organizzate, con l’inevitabile corollario delle dichiarazioni favorevoli o contrarie e persino delle contromanifestazioni, ma, anche in questo caso, si sono alzati, molto più che in passato, i toni del dibattito e dello scontro politico. La satira che non è più semplice satira, con un autorevole giornalista come Michele Santoro, che, come nulla fosse, “ironicamente” parla di assoldare un killer da scagliare contro il ministro dell’Interno. È un’atmosfera che non ci piace e che ci ricorda periodi spiacevoli del nostro passato. Di fronte alla vittoria del Movimento 5 stelle e della Lega alle scorse politiche, attorno alla formazione ed all’azione del Governo e a seguito della crescita costante del Carroccio, si sta rispondendo con una vera e propria opera di demonizzazione dell’avversario politico da parte degli esclusi, da parte della sinistra ora all’opposizione, da parte del cosiddetto “establishment”, interno ed internazionale. Attacchi continui e costanti, in aumento alla vigilia delle europee. Non, come sarebbe giusto e doveroso, un confronto, pure aspro, sulle misure adottate dall’Esecutivo, ma il tentativo di contrastare la stessa legittimità ad operare di forze che, comunque la si pensi, detengono la fiducia della stragrande maggioranza della popolazione italiana. Un’opposizione non impegnata a convincere gli elettori che le sue proposte siano migliori, ma tesa a impedire alla maggioranza di governare, cercando in ogni modo di additare i partiti attualmente al potere, che rappresentano un chiaro elemento di discontinuità rispetto al passato, ma perfettamente inseriti nel contesto democratico, come in qualche modo sovversivi. Ormai neanche si contano più gli attacchi non solo politici, ma anche personali, contro i leader, gli altri esponenti di primo o secondo piano e addirittura contro i sostenitori e gli elettori delle due forze. Quelli che vengono dipinti come “fomentatori di odio” sono in realtà vittime di una pervasiva campagna d’odio. Questo modo di fare opposizione è inaccettabile, anche perché può far presa su persone squilibrate e generare episodi come quello di Torino di cui il Paese non ha certo bisogno.